Attacchi di panico, le parole dei sintomi

L'attacco di panico è una sintomatologia molto diffusa e motivo importante di richiesta di aiuto ai professionisti della salute.

Consiste di un'esperienza improvvisa, pervasiva, che coinvolge completamente mente e corpo.

E' come vivere un "corto circuito" che porta a perdere il controllo di sè, delle proprie emozioni e comportamenti. E' esperita la paura di morire, di impazzire. Il tutto in molti casi avviene senza cause scatenanti che possano giustificare o rendere comprensibili i sintomi.

Può capitare che la persona si rivolga al pronto soccorso e ne esca con un referto in cui i parametri fisici sono normali e da qui in poi, se la sintomatologia non cessa, si finisce per entrare in una trama di paura. 

Si diventa più sensibili alle proprie percezioni fisiche e ci chiediamo come può il nostro corpo esprimere sintomi così invalidanti, pur essendo tutto nella norma a livello clinico.

Le rassicurazioni di amici e parenti possono aiutare da una parte, ma anche aumentare il vissuto di inadeguatezza, solitudine e sfiducia in se stessi, perchè è difficile sentirsi la medesima persona di prima.

E' come se l'attacco di panico avesse creato una frattura, una crepa dalla quale trapela la nostra vulnerabilità e fragilità.

 

Partiamo dal background culturale perchè siamo esseri sociali e ciò che accade a noi può trovare risonanza anche in un contesto più allargato.

 

Uno studioso che si è occupato di descrivere i cambiamenti insiti nel passaggio dalla modernità alla postmodernità è stato Bauman.

Egli ha paragonato i due periodi storici rispettivamente allo stato solido e liquido della materia.

Da ciò ne consegue che se nell'età moderna si respirava un clima di solidità, nell'età odierna nulla ha più contorni nitidi e definiti. Da qui l'idea della fluidità che si riversa inevitabilmente anche sulle relazioni umane.

Precariato, imprevedibilità ed ansia diventano un sottofondo dei rapporti umani. L'appartenenza è meno sentita e la destrutturazione porta a percepire i legami come meno forti. 

Diciamo che con queste caratteristiche, il contesto nel quale viviamo è denso di ansia e preoccupazione, elementi che influenzano in parte il nostro benessere.

 

Restringendo il focus su chi ha attacchi di panico, si può vedere che è come se chi ne soffre, avesse meno punti di appoggio in se stessa ed in chi ha attorno. Riesce a portare avanti più ruoli e sentire varie emozioni, ma non vi è una comunicazione ed integrazione di ciò che è vissuto tra le parti. E tutto questo alla lunga, se non compreso, mantiene il senso di malessere e confusione. 

 

Cosa fare quando il nostro corpo esprime segnali di disagio ?

 

I segnali di allarme presenti nell'attacco di panico possono essere colti come una comunicazione che necessita di essere ascoltata e compresa per risalire all'origine del problema e risolverlo.

In questa situazione sei chiamato a fermartia rallentare per guardare cosa accade ed individuare cosa non va.

I sintomi possono essere letti come una richiesta di cambiamento perchè alcune cose non sono più adatte come prima.

 

Per imparare a gestire i sintomi è importante anche che tu possa riappropriarti del "ground" del tuo corpo. Hai bisogno cioè di sentire il corpo come un valido alleato per fronteggiare le emozioni meno piacevoli. 

In questo caso gli esercizi tratti da tecniche psico-corporee volte a favorire il grounding ed imparare a usare il respiro, aiutano a ritrovare la forza insita nel proprio corpo.

Questo unito al lavoro cognitivo volto a integrare chi sei stato, con chi sei e chi vorrai diventare, ti può aiutare a muovere verso una nuova direzione di benessere.